venerdì, ottobre 13, 2006

Integrazione - il male del secolo -

Potrebbe essere l'ennesimo titolo di Studio Aperto.
Invece è solo il titolo di un post.
Ma ci pensate quante volte sentiamo questa parola in un giorno?
Poi, io sono un caso a parte, tutti i problemi che gestisco al lavoro derivano da questioni legate all'integrazione voce, dati e video e già questo è un buon motivo per odiare questo termine.
Ma quanti problemi genera l'integrazione?
Ma quanto ci complica la vita l'integrazione? L'integrazione rende tutto più confuso.
Integrazione scolastica, Integrazione alimentare, Cassa integrazione, Pensione integrativa, Integrazione sociale, Integrazione degli immigrati, Integrazione delle applicazioni.
Ma perchè dobbiamo ad ogni costo integrare tutto e tutti?
Forse perchè vogliamo rendere tutto più simile, tutto più standard, tutto più adeguato.
Forse perchè si pensa che l'integrazione semplifichi le cose: è più semplice e immediato mangiare un minestrone che ogni verdura singolarmente? Forse è vero, ma non si considerà un particolare: se qualcosa non funziona in un contesto fortemente integrato, trovare cosa non funziona è estremamente complicato e a volte impossibile; e allora, per cavare un ragno dal buco, bisogna ricorrere alla dis-integrazione. Integrare entità complesse non fa che aumentare l'entropia e la complessità globale. E se poi queste entità complesse sono uomini?
Non basterebbe trattare separatamente ciascuna entità, consapevoli delle differenze?
Sicuramente ci saranno anche dei vantaggi a seguito dell'integrazione, ma quale prezzo bisogna pagare? E quanto durerà?

Suona il telefono. Sarà il solito problema di fonia monodirezionale in un contesto di integrazione voce e dati...

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